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Immagine
tratta da "Quaderni di Alkestis, Hommage a Antonin Artaud"
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Dal
prologo del progetto artistico di Massimo Michittu
Antonin Artaud
La
ballata degli elementi
Ho trascorso
nove anni in manicomio.
Mi hanno
curato con una terapia che non ha mai cessato di disgustarmi.
Questa
terapia si chiama elettroshock.
Consiste
nel sottoporre il paziente ad un bagno di elettricità,
per fulminarlo,
scorticarlo nudo, esporre il suo corpo in ogni sua fibra
al passaggio
della corrente, venuta da un luogo che ignoro,
per giungere
dove non è, dove non dovrebbe essere pur essendo là,
e dove
ti morde le carni.
E' una
scarica che sale e che scende, chiamata da voi terapia.
Una cura
barbara per ogni essere da voi giudicato
Malato
di mente.
Solo
due chiodi, due chiodi,
sono fissati
sulle tempie del paziente:
- blocco
di conoscenza - perdita di memoria - stato di caduta.
- Pallore
- rossore - occhi stralunati, annegati nel sangue
- La persona
ridotta a un fantoccio, uno straccio, in una pozza
di fango
e di escrementi
135
volts durata un minuto - la prima fase
135
volts durata due minuti - la seconda fase
135
volts durata tre minuti - la terza fase
I muscoli
del volto entrano in contrazione spasmodica;
il tronco
e gli arti si sollevano; il cervello, un guscio vuoto.
E
sono dieci-cento-mille anni di vita
Che mi
hanno di fatto tolto.
Ma non
ci siamo ancora!
Il corpo
disteso è legato con cinghie per evitare rischi di fratture,
un tampone
di gomma fissato tra i denti per non mordersi la lingua,
per non
parlare, per non urlare.
Mi hanno
imposto cinquantadue volte i tormenti dell'elettroshock
affinché
Perdessi
la memoria di me stesso, che voi trovate troppo cosciente.
Tanti sistemi
di tortura sono stati adoperati per fare parlare il
condannato,
su di me è stata usata la tortura per farmi tacere.
Ho dei
ricordi di questa messa a morte legati a quei momenti,
ma no è
su quelli che mi baso per accusarvi di essere stato stregato.
Questa
sofferenza è entrata in questa orrenda terapia:
di elettroshock,
di sonno e di morte.
E fu per
me più che una tortura, perché era ogni volta il venir meno
di me stesso,
fino all'annullamento;
ed io ho
bisogno di me stesso per essere e sentire
che
io esisto
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Hommage
a Antonin Artaud 2003
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Hommage
a Antonin Artaud 2004
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Hommage
a Antonin Artaud 2005
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