Incontri2005 Hommage à Antonin Artaud Cagliari, Teatro Alkestis 11 novembre - 10 dicembre 2005
Dal prologo del progetto artistico di Massimo Michittu Antonin Artaud La ballata
degli elementi
Ho trascorso nove anni in manicomio.Mi hanno curato con una terapia che non ha mai cessato di disgustarmi.Questa terapia si chiama elettroshock.Consiste nel sottoporre il paziente ad un bagno di elettricità,per fulminarlo, scorticarlo nudo, esporre il suo corpo in ogni sua fibraal passaggio della corrente, venuta da un luogo che ignoro,per giungere dove non è, dove non dovrebbe essere pur essendo là,e dove ti morde le carni.E' una scarica che sale e che scende, chiamata da voi terapia.Una cura barbara per ogni essere da voi giudicatoMalato di mente.Solo due chiodi, due chiodi,sono fissati sulle tempie del paziente:- blocco di conoscenza - perdita di memoria - stato di caduta.- Pallore - rossore - occhi stralunati, annegati nel sangue- La persona ridotta a un fantoccio, uno straccio, in una pozzadi fango e di escrementi135 volts durata un minuto - la prima fase135 volts durata due minuti - la seconda fase135 volts durata tre minuti - la terza faseI muscoli del volto entrano in contrazione spasmodica;il tronco e gli arti si sollevano; il cervello, un guscio vuoto.E sono dieci-cento-mille anni di vitaChe mi hanno di fatto tolto.Ma non ci siamo ancora!Il corpo disteso è legato con cinghie per evitare rischi di fratture,un tampone di gomma fissato tra i denti per non mordersi la lingua,per non parlare, per non urlare.Mi hanno imposto cinquantadue volte i tormenti dell'elettroshock affinchéPerdessi la memoria di me stesso, che voi trovate troppo cosciente.Tanti sistemi di tortura sono stati adoperati per fare parlare ilcondannato, su di me è stata usata la tortura per farmi tacere.Ho dei ricordi di questa messa a morte legati a quei momenti,ma no è su quelli che mi baso per accusarvi di essere stato stregato.Questa sofferenza è entrata in questa orrenda terapia:di elettroshock, di sonno e di morte.E fu per me più che una tortura, perché era ogni volta il venir menodi me stesso, fino all'annullamento;ed io ho bisogno di me stesso per essere e sentireche io esisto
Venerdì, 11 novembre Incontro con il regista Andrè Labarthe, a seguire Artaud citè, atrocitès regia di Andrè S. Labarthe Sabato, 12 novembre Incontro con il regista Andrè Labarthe, a seguire Bataille a perte de vue regia di Andrè S. Labarthe Venerdì, 18 novembre Evelyne Grossman (Università di Parigi) Antonin Artaud, dell'eternità Sabato 19 novembre Justine e il suo doppio Testo e scrittura scenica di Carlo Pasi con Francesca Tommasi Domenica, 20 novembre Incontro con Carlo Pasi (Università di Pisa) Antonin Artaud, l'ombra parlata nel teatro di Sèraphin Venerdì, 25 novembre Incontro con Serge Malaussena (nipote di Antonin Artaud) Da soli...in compagnia di Artaud Venerdì, 2 dicembre Incontro con Marco Dotti Il rovescio della scena, Artaud, Daumal e la "carne di legno" della marionetta Venerdì 9 e Sabato 10 dicembre Artaud, Van Gogh, a la folie di e con Jacques Baillart
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